acacia
tarassaco
Tiglio
Millefiori
Castagno
Melata
Se penso alle circostanze che hanno portato uno sciame selvatico ad insediarsi in una delle vecchie arnie da tempo abbandonate, penso ad un "genius loci", ad uno spirito guida che ha indicato un punto di partenza proprio mentre studiavo una rilettura contemporanea di quello che sarebbe dovuto essere un parco settecentesco ormai scomparso.

L’apiario è rinato così, sul filo dei ricordi, ricavato all’interno di un parterre geometrico di siepi di carpini, erbe officinali e rose antiche, circondato da un parco che ha integrato una vocazione puramente estetica e ricreativa con quella di santuario della biodiversità autoctona nella speranza di favorire il recupero di un terroir decimato dalle colture intensive e dai diserbanti.

Ricordi di campi di grano spruzzati di papaveri e fiordalisi e pascoli fioriti per sei mesi l'anno, ricordi di un vecchio apicoltore e della sua 600 giardinetta azzurra che arrivavano silenziosi traditi solo dal latrato dei cani, per due smielature all'anno (Acacia e Millefiori) e che da bambino seguivo come un'ombra.

Ricordi speciali come speciali erano i pezzi di favo colmi di miele caldo che mi dava sperando di riuscire poi a lavorare tranquillo...
Genius Loci


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